Giovedì 20 gennaio alle 17.30 in Sala Ulivi si terrà la presentazione dell’ultimo libro di Fabio Montella “Bagliori d’incendio. Conflitti politici a Modena e provincia fra Guerra di Libia e Marcia su Roma”.
Incendio. Era questa una delle immagini che più di frequente venivano evocate, un secolo fa, per descrivere gli effetti dello scontro in atto tra le diverse fazioni politiche; uno scontro che stava travolgendo la città e la provincia di Modena. Sulle pagine dei giornali, nei documenti della Prefettura e della Questura, nelle aule dei Tribunali il fuoco ricorreva spesso come metafora di un mondo che stava finendo in cenere, per fare posto a qualcosa di nuovo, ancora indefinibile; ma la metafora del fuoco era potente perché traeva alimento dalla realtà del vissuto dei modenesi: agli incendi delle Camere del lavoro, delle leghe “rosse” e delle Case del popolo si rispondeva con il rogo dei fienili degli agrari.
È questo il tema di “Bagliori d’incendio. Conflitti politici a Modena e provincia fra Guerra di Libia e Marcia su Roma” (Mimesis), il nuovo libro dello storico e giornalista Fabio Montella che verrà presentato giovedì 20 gennaio alle 17.30 in Sala Giacomo Ulivi - via Ciro Menotti 137, Modena. L’iniziativa sarà presieduta dal Sindaco di Modena, Sergio Muzzarelli, e dalla direttrice dell’Archivio di Stato di Modena Lorenza Iannacci. L’autore dialogherà con Fabio Degli Esposti (Dipartimento di studi Linguistici e culturali Unimore) e interverrà Giulia Albanese (Università di Padova e membro del Comitato scientifico dell'Istituto nazionale Parri di Milano).
“In questa ricerca, durata diversi anni – dichiara lo storico Fabio Montella, autore del libro - ho cercato di liberarmi da ogni pregiudizio per capire realmente cosa sia stato l’avvento del fascismo a Modena e più in generale la violenza politica tra la guerra di Libia e la Marcia su Roma. Sono temi fondamentali per capire la storia del Novecento, ma sono stati anche poco indagati nel contesto locale. A me interessava capire soprattutto come, perché, ad opera di chi e con quali complicità un’intera società sia potuta precipitare in una spirale di violenza e come abbia fatto un movimento minoritario e tutt’altro che irresistibile come quello di Mussolini ad imporsi sugli apparati dello Stato e sugli avversari”.
“Lo squadrismo a Modena non nacque conservatore e agrario. – aggiunge Fabio Montella - Fu un movimento rivoluzionario, che attrasse i giovani con un linguaggio affascinante, moderno, “antipolitico”. Non inventò la violenza, ma la portò al massimo grado, trasformando ogni avversario in un nemico e distruggendo in pochissimo tempo le basi del progresso che i socialisti avevano paziente costruito negli anni. Fu un pericolo certamente sottovalutato da una parte dei modenesi, ma anche cavalcato da chi vedeva nella democrazia solo un inutile ostacolo”.
L’iniziativa di giovedì è promossa da Istituto storico di Modena in collaborazione con Archivio di Stato di Modena, Dipartimento di studi linguistici e culturali dell’Università di Modena e Reggio Emilia, Comitato per la storia e le memorie del Comunedi Modena e con il sostegno di Fondazione di Modena.
La partecipazione è libera con obbligo di super green pass e mascherina Ffp2; sarà possibile seguire l’evento in streaming sui canali Youtube e Facebook di Istituto storico di Modena.
Fabio Montella, ricercatore indipendente e giornalista, collabora con l’Istituto Storico di Modena e con altri enti e istituzioni. Studioso della storia politica e sociale delle due guerre mondiali e del fascismo, da qualche anno gira l’Italia frequentando archivi, alla ricerca di nuove storie da narrare. È co-curatore del Dizionario storico dell’antifascismo modenese (Milano, 2012). Nel 2020 ha pubblicato Storie senza approdo di migranti italiani (Bologna) e Prigionieri (Bassano del Grappa). Con ricerche inedite sulla storia del Novecento ha ottenuto riconoscimenti in diversi concorsi nazionali, tra i quali il Premio “Cesare Mozzarelli”, a Mantova, nel 2021.