Monumento al Passo di Croce Arcana

Ai partigiani che su questi monti combatterono per realizzare il sogno di un Italia libera e democratica.

Durante la guerra di liberazione, i monti del crinale tosco-emiliano hanno rappresentato il terreno ideale in cui il movimento partigiano ha potuto crescere e maturare, potendo spostarsi liberamente da una provincia all’altra attraverso i passi appenninici.

Questa zona, punto di congiungimento tra le tre provincie emiliane e toscane: Bologna, Modena e Pistoia, è stato teatro di importanti eventi della seconda guerra mondiale.

Quando il 16 maggio 1944 i partigiani di Armando occupano Fanano, incendiano la Casa del fascio, distruggono gli elenchi di leva dell’anagrafe, prendono grano e formaggi dagli ammassi e in parte lo distribuiscono alla popolazione; asportano il denaro dalla banca e dalla posta, infine catturano otto ostaggi, tra questi una donna e la reggenza del fascio paesano: li vogliono scambiare con alcuni partigiani catturati dai tedeschi. Nella notte, del tutto inaspettatamente, un aereo alleato lancia dei rifornimenti lungo il fiume, ma i partigiani se ne accorgono solo alle prime ore del mattino del giorno seguente, quando i tedeschi, poco dopo, forzano le difese partigiane appena fuori il centro, lungo la strada che da Sestola conduce a Fanano: quattro i morti, tra cui un civile. I partigiani riescono a recuperare solo parte del lancio, poi si ritirano a Ospitale con gli ostaggi e iniziano le trattative condotte dal parroco di Rocchetta Sandri, coadiuvato da quelli di Ospitale e di Fanano. Le trattative però falliscono, infatti, nel frattempo, i partigiani catturati dai tedeschi a Montefiorino sono stati inviati in Germania. Il mattino presto del 21 maggio un gruppo di tedeschi e fascisti, partito da Cutigliano, attraversa il passo della Croce Arcana e attacca di sorpresa Capanna Tassoni. All’interno non vi sono però gli ostaggi dei partigiani, ma la formazione di Nello che oppone una strenua resistenza. La sparatoria attira l’attenzione degli altri partigiani presenti – tra cui i pistoiesi della brigata Bozzi – i quali, a loro volta, accerchiano gli attaccanti costringendoli alla fuga: tre i morti, un graduato tedesco e due militi della Gnr. I partigiani di Armando, a Capanna Tassoni, prima di sganciarsi per raggiungere la Val d’Asta (Villa Minozzo, Reggio Emilia), istituiscono un tribunale partigiano che condanna a morte i cinque prigionieri che vengono poi fucilati; gli altri ostaggi invece vengono rilasciati, mentre un ostaggio, che svolge la professione di medico, segue i partigiani. Infine la donna, alcuni giorni dopo, viene scambiata con la moglie di un comandante partigiano.

Altro momento importante è l’operazione di rastrellamento operata da alpini tedeschi, durante la quale partigiani e civili vengono uccisi: 16 luglio, Monteacuto di Lizzano in Belvedere: due partigiani e due civili, 21 luglio: un partigiano a Monteacuto e un civile a Lizzano, il 21 luglio a Ospitale di Fanano viene ucciso un civile. Dopo la battaglia dell’Orsigna (15 luglio 1944) in cui sono coinvolti i partigiani della Bozzi – che poi si ritirano più in alto sui monti per evitare rappresaglie – i tedeschi con una manovra a tenaglia conquistano i monti Cima Tauffi e Spigolino con l’intenzione di eliminare i partigiani pistoiesi facendo ricongiungere le due colonne al passo di Croce Arcana. Le brigate pistoiesi coinvolte sono la Bozzi e l’XIa zona patrioti che si stanno trasferendo a Ospitale di Fanano, con l’intenzione di raggiungere la Zona libera di Montefiorino; nel combattimento si uniscono anche i partigiani bolognesi della brigata Matteotti. I partigiani però resistono al tentativo e dopo sei ore di combattimento, grazie anche al cattivo tempo, riescono a respingere i tedeschi.