L'altro volto dell’Europa. I Balcani tra integrazione europea e diritti umani

Kosovo

Il Kosovo è un potenziale candidato all'adesione all'Unione europea. Ha dichiarato unilateralmente la sua indipendenza nel febbraio 2008. Cinque Stati membri dell'UE (Cipro, Grecia, Romania, Slovacchia e Spagna) e due paesi della regione balcanica (Serbia e Bosnia-Erzegovina) non hanno ancora riconosciuto l'indipendenza del Kosovo.

Nel luglio 2018, sei anni dopo la pubblicazione di una tabella di marcia per la liberalizzazione dei visti, la Commissione ha confermato che il Kosovo aveva soddisfatto tutti i criteri. Il Parlamento europeo ha seguito immediatamente la stessa via e ha deciso di avviare negoziati interistituzionali, che sono attualmente in corso. Nella regione, solo il Kosovo rimane escluso dalla liberalizzazione dei visti, in quanto alcuni Stati membri dell'UE continuano ad avere riserve. 

In seguito al raggiungimento di un accordo storico nell'aprile 2013 tra Belgrado e Pristina per quanto riguarda la normalizzazione dei rapporti (l'«accordo di Bruxelles»), nel giugno 2013 il Consiglio europeo ha deciso di avviare i negoziati relativi a un Accordo di stabilizzazione e di associazione (ASA)* con il Kosovo, che è entrato in vigore il 1 aprile 2016. La futura integrazione del Kosovo nell'UE, così come quella della Serbia, rimane strettamente legata all'attuazione del dialogo  tra il Kosovo e la Serbia agevolato dall'UE, che dovrebbe portare a un accordo esaustivo e legalmente vincolante sulla normalizzazione delle loro relazioni. L'ultima riunione di dialogo ad alto livello si è svolta il 15 giugno 2021.

Allargamento Unione europea

https://ec.europa.eu/neighbourhood-enlargement/enlargement-policy/negotiations-status/kosovo_it