La persecuzione di rom e sinti nell'Italia fascista
Lunedì 18 marzo, ore 20.45
Sala convegni del Municipio, Prignano sulla Secchia
Sull'area in cui oggi sorge il municipio di Prignano sulla Secchia, tra il 1940 e il 1943 era attivo un campo di concentramento in cui furono internati 79 cittadini italiani Sinti, accusati di possedere il ’gene dell’asocialità’ e di essere quindi pericolosi per la società.
Proprio qui, lunedì 18 marzo sarà presentato il libro di Chiara Nencioni A forza di essere vento. La persecuzione di rom e sinti nell'Italia fascista (Edizioni ETS 2024).
«Ci mandavano a morire, ci mettevano su questi vagoni senza mangiare, senza bere, e questi rom andavano allegri, chi prendeva la fisarmonica, chi il violino, chi la chitarra e cantavano. Dicevano “Ci mandano a lavorare”, invece dove li mandavano? Auschwitz!».
Cosa sappiamo del Porrajmos (o Samudaripen), la persecuzione di sinti e rom perpetrata anche nel nostro Paese? Molto poco, troppo poco. Mandati a morire nei lager del Terzo Reich dopo l’armistizio dell’8 settembre 1943, uccisi in Croazia dai collaborazionisti Ustaša o espulsi dal confine orientale in Italia, rinchiusi in campi di concentramento lungo tutta la penisola, questa era la sorte degli “zingari”.
A forza di essere vento – scrive Luca Bravi nella prefazione – «ha il merito indiscusso di aver dato in stampa le parole che testimoni diretti della persecuzione fascista, sinti e rom, avevano affidato a interviste e ad un’oralità che rischiava d’andar perduta. Ne scaturisce una voce di comunità, come di frequente succede quando si tratta di queste popolazioni, che chiede essenzialmente di essere ascoltata».
Si tratta di una storia “dal basso” che ripercorre i tanti rivoli di una vicenda negletta, la cui ricostruzione non è soltanto un indispensabile esercizio di memoria, ma serve a riflettere sul presente di un popolo ancora oggi guardato con sospetto e pregiudizi.
Dialogheranno con l'autrice Chiara Nencioni (Università di Pisa e Istituto storico toscano della Resistenza), Luca Bravi (Università di Firenze), che ha curato la prefazione del libro, e Noell Maggini, attivista sinto, che ne ha scritto la postfazione.