News

Nel corpo di Primo Levi

La performance "Se questo è Levi" -  Modena, 24 gennaio 2020

di Daniela Garutti

Più che di fronte ad un attore che veste i panni di Primo Levi, in “Se questo è Levi” sembra di essere al cospetto di un corpo, quello del bravissimo Andrea Argentieri, riempito ed animato dalle parole, dai gesti, perfino dall'accento torinese dell'uomo Levi.

In un viaggio metaforico e reale dall'interno all'esterno, dall'intimità di uno studio alla massima esposizione di una sala consiliare, quella del Comune di Modena, lo spettatore è testimone dell'autobiografia dello scrittore, che si svolge per risposte a domande fuori campo, lettura di brani dell'opera di Levi, narrazione e, in ultimo, domande dal pubblico.

L'esperienza del lager, il bisogno-dovere della testimonianza, il lavoro di chimico e quello di scrittore, lo studio e la lingua, la religione, la riflessione sul passato e sul presente, tutto il pensiero e le vite di Levi si svolgono in tre tappe: uno studio allestito nella sala Crespellani dei Musei Civici, dove lo scrittore alla sua scrivania risponde a una voce che lo interroga sui temi della famiglia, della fede, della deportazione, delle questioni in Se questo è un uomo; un'aula universitaria nel complesso di Sant'Eufemia, dove Levi nei panni di chimico e docente parla al pubblico, seduto nei banchi, dello stretto legame tra chimica e scrittura, di comunicazione e traduzione, delle sue esperienze 'marginali' di lavoro, il lager e la “trasmutazione della materia”, anche attraverso brani da Il sistema periodico; infine la sala del Consiglio comunale nel cuore della città, dove gli spettatori occupano i seggi e liberamente rivolgono al Levi-testimone, al centro dell'aula, le 22 domande stampate in un foglio consegnato a ciascuno, nella ripetizione dell'esercizio della testimonianza a cui Levi si dedicò per anni, portandola a compimento nell'opera I sommersi e i salvati. 

 

La fusione tra attore e personaggio interpretato è tale che nel corso della performance si ha l'impressione, sempre più inquietante, di trovarsi al cospetto dello stesso Primo Levi, in un fast-reverse che ci riporta indietro di cinquant'anni nella suggestione super-reale di ascoltare dal vivo un sopravvissuto al lager ancora 'giovane' e nel pieno della sua riflessione. Inoltre la tecnica del remote acting, dove per tutto lo spettacolo l'attore riceve indicazioni in diretta via auricolari dalla regia, quella di Luigi De Angelis, amplifica ulteriormente l'umanità e l'apparente spontaneità dell'azione e della voce dell'interprete, a favore di un realismo che di nuovo fa interrogare sulle possibilità di trasmissione/traduzione della memoria della deportazione nell'epoca della scomparsa del testimone.

 

"Se questo è Levi" è la performance itinerante di Luigi De Angelis/Fanny & Alexander, con drammaturgia di Chiara Lagani e regia di Luigi De Angelis, con Andrea Argentieri andata in scena a Modena il 26 gennaio 2020 in occasione della Giornata della Memoria su iniziativa di Istituto storico di Modena, Centro Documentazione Donna, Comune di Modena - Comitato per la storia e le memorie del Novecento.
Lo spettacolo è Premio Ubu Speciale 2019, Andrea Argentieri  è Premio Ubu 2019 miglior attore under 35.