Lidia: la Resistenza in città

Sarà guerriglia se non sarà guerra, sarà sabotaggio.

(Cronaca Pedrazzi, 30 gennaio 44)


[Il solido, allestito alla ex Manifattura Tabacchi, è dedicato a Lidia Valeriani, staffetta brigata Walter Tabacchi]



Nelle realtà cittadine, l’attività militare di piccoli nuclei armati rappresenta l’unica forma possibile di guerriglia. L’attività di sabotaggio nel modenese è molto incisiva: va dalla distruzione o dallo spostamento di cartelli stradali per disorientare il traffico tedesco, al lancio dei chiodi a quattro punte sulle strade per forare le gomme dei mezzi militari e di trasporto, fino al taglio dei fili o all’abbattimento dei pali delle linee telefoniche, telegrafiche ed elettriche, o anche gli attentati ai treni e ai luoghi di ritrovo di fascisti e tedeschi. I collegamenti tra i vari gruppi e comandi di stanza a Modena, e tra questi e le altre zone, sono garantiti da giovani donne, le “staffette partigiane” che possono circolare in bicicletta correndo  meno rischio di essere fermate. Le staffette, oltre agli ordini e alla corrispondenza, trasportano anche armi e munizioni e spesso accompagnano partigiani e dirigenti politici per evitare che cadano in mano al nemico. Anche i lavoratori delle fabbriche modenesi, qualche volta con la complicità delle direzioni aziendali, realizzano sabotaggi verso la produzione industriale e occultamenti degli impianti per evitare un loro spostamento in Germania. Gli operai e le operaie sono anche protagonisti di significativi scioperi per impedire il trasferimento coatto di lavoratori e lavoratrici in Germania.  

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