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Resistenza mAPPe Modena

 

 

 

Un negozio di ottico, quello di Arturo Anderlini, e il suo retrobottega dove si decise, grazie a una rete di solidarietà antifascista, la salvezza di decine di prigioneri alleati. Un appartamento, all’angolo tra via San Vincenzo e via Cittadella, dove il giovane partigiano Emilio Po (ucciso dai fascisti il 10 novembre di 70 anni fa), preparava ordigni da utilizzare negli attentati dei gap, i Gruppi di azione patriottica. Un ufficio dell’Istituto di Chimica generale, in largo Sant’Eufemia, nel quale si riuniva clandestinamente il Comitato di liberazione nazionale della Provincia di Modena. Il palazzo Coccapani D’Aragona, oggi sede dell’Accademia di Scienze, lettere e arti in corso Vittorio Emanuele, che dal 1929, col nome di Palazzo del Littorio, ospitò la Federazione provinciale del Partito Fascista.


Sono alcuni dei luoghi della storia di Modena nel periodo della guerra e della Resistenza che si possono scoprire con lo smartphone, con l’applicazione gratuita “ResistenzamAPPe Modena”, curata dall’Istituto storico della Resistenza nell’ambito di un progetto regionale.

Non mancano edifici e scorci simbolici della persecuzione ebraica, della Resistenza e della Liberazione di Modena. Per esempio, il “Tvajol ed Furmajin”, lo spazio fra la Ghirlandina e piazza Torre nel quale si gettò Angelo Fortunato Formiggini, editore e intellettuale, per protestare contro le leggi razziali promulgate nel 198. O il Sacrario sul lato della Ghirlandina: nato in modo spontaneo, con l’affissione di una fotografia per identificare un partigiano sconosciuto, è poi diventato il luogo della memoria dei caduti della Resistenza modenese.


 

La “app” gratuita si può scaricare da Google Play per sistemi operativi Android e da App Store per iOS (iPhone o iPad).