News

Vittorio Grisi. Un patriota tra guerre e Resistenza

Lunedì 9 novembre ore 21

Carpi, Ex Sinagoga Via Rovighi, 57

Incontro pubblico dedicato alla figura di Vittorio Grisi

 

intervengono

Claudio Silingardi, direttore Istituto storico di Modena

Florio Magnanini, direttore del settimanale Voce

Giancarlo Grisi, figlio di Vittorio

 

 

Scarica l'invito

 

Vittorio Grisi, una biografia

Vittorio Grisi nasce a Mori di Trento nel 1895. Con lo scoppio della Prima guerra mondiale assieme ad altri 900 trentini, allora sudditi dell’Impero austriaco, compie la scelta di combattere per l’Italia, arruolandosi volontario nell’Esercito italiano.
Nonostante i rischi (gli irredenti catturati dagli austriaci erano considerati traditori passibili di pena di morte) chiede di combattere sempre in prima linea, viene ferito
due volte e per questo riceve la medaglia d’argento al valor militare.
Nel dopoguerra si stabilisce a Carpi per dirigere una Cantina vinicola acquistata dal padre e qui conosce Anna Benassi, che sposerà nel 1931. Dopo un breve periodo passato in Argentina torna in Italia e viene richiamato alle armi allo scoppio della Seconda guerra mondiale. Partecipa alla campagna d’Albania, poi in Jugoslavia e, infine, dopo un breve periodo in Italia è inviato in Unione sovietica con la divisione Tridentina, dove vive la drammatica esperienza della ritirata di Russia.
Rientrato in Italia nel marzo 1943, dopo l’8 settembre si avvicina alla Resistenza e
nel giugno 1944 entra nel Comitato di liberazione nazionale di Carpi quale responsabile del Comando piazza, l’organismo deputato a realizzare i piani militari
per l’insurrezione. Nel gennaio 1945 si trasferisce a Montese ed entra nella Brigata Matteotti, per poi spostarsi nella zona di Montefiorino dove il 6 marzo diventa Capo di stato maggiore della Divisione Modena montagna.
Dopo la Liberazione assume la segreteria dell’Ufficio stralcio e dell’Anpi, occupandosi della smobilitazione dei partigiani e degli interventi relativi all’assistenza di malati e feriti. Nel 1947 si ammala di tubercolosi ed è ricoverato nel sanatorio di Lama Mocogno, dove muore nel 1950. Anche a causa della precoce scomparsa la memoria della sua straordinaria esperienza di combattente in due guerre mondiali e nella Resistenza si è praticamente persa, ed è per questo che il Comune di Carpi e l’Istituto storico di Modena hanno inteso promuovere questa iniziativa.