Giuseppe Medici (Sassuolo, 24 ottobre 1907 – Roma, 21 agosto 2000)

Nato il 27 ottobre 1907 a Sassuolo, Giuseppe Medici fu un personaggio di spicco nel panorama politico e culturale del secondo Novecento.

Conseguita la laurea in Scienze agrarie nel 1929, si lega alla scuola universitaria di Giuseppe Tassinari, di cui è assistente. Negli anni a seguire, grazie anche alle sue numerose pubblicazioni scientifiche, sarà professore di economia agraria a Torino e di estimo rurale all’Università di Portici.

Di orientamento liberal-democratico, nel ’42 entra a far parte del movimento di Liberazione e nell’immediato dopoguerra si interessa in particolare della riforma agraria, intesa in senso liberale, volta alla creazione di un mercato della terra e di una proprietà terriera diffusa. È rappresentante dell’Italia in una commissione tecnica per la preparazione del Piano Marshall. Grazie alle insistenze di Giuseppe Dossetti, si avvicina progressivamente alla Democrazia cristiana (egli stesso amava definirsi «un liberale prestato alla Dc») e il 18 aprile 1948 viene eletto al Senato, ottenendo 54.038 preferenze nel Collegio di Modena. Esponente di spicco della Dc, ma avulso dalle correnti di partito, rimane a Palazzo Madama fino al 1976, ricoprendo numerosi incarichi di governo: ministro all’Agricoltura, al Tesoro, al Bilancio, alla Pubblica istruzione, alla Riforma della Pubblica amministrazione, all’Industria e commercio, agli Esteri. La sua grande professionalità è rilevante anche negli enti di cui fu presidente, come l’Associazione nazionale delle Bonifiche, l’Accademia nazionale di agricoltura (carica mantenuta per oltre trent’anni), la Montedison e Nomisma.

Durante la I Legislatura svolse numerosi incarichi: fu membro della Commissione speciale ddl concernenti la Cassa per il Mezzogiorno e opere pubbliche nell’Italia settentrionale e centrale, dell’8ª Commissione permanente (Agricoltura e Alimentazione), della Commissione parlamentare consultiva per l'altopiano della Sila; nel 1952 diresse la commissione nominata dal ministro dell’Interno Scelba per risolvere il problema di Nomadelfia; fu poi vicepresidente della Commissione parlamentare per il parere sulla nuova tariffa generale dei dazi doganali.

L’anziano senatore morì a Roma il 21 agosto 2000: i suoi funerali furono officiati dal cardinale Camillo Ruini, anch’egli sassolese e vecchio amico della famiglia Medici.

Riferimenti
Franco Bojardi (a cura di), Giuseppe Medici. Scritti e discorsi politici, Diabasis, Reggio Emilia 2008.

Camera dei Deputati – Portale storico, Giuseppe Medici, url: http://storia.camera.it/deputato/giuseppe-medici/componentiorgani#nav (visualizzato il 13 mar. 2018).

Giulio Leone (a cura di), Scritti di Giuseppe Medici, Associazione Nazionale Bonifiche e Irrigazioni, Roma 2002.

G.W. Maccotta, In ricordo di Giuseppe Medici e Giovanni Fornari, in Affari esteri, XXXIII, 129, 2001, pp. 183-202.

Dario Mengozzi (a cura di), La “sinistra (cattolica) modenese”. Cronaca di una singolare esperienza di politica di base, Centro culturale Francesco Luigi Ferrari, Modena 2009.

Senato della Repubblica – I Legislatura 1948-1953, Giuseppe Medici, url: http://www.senato.it/leg/01/BGT/Schede/Attsen/00006832.htm (visualizzato il 13 mar. 2018).