Istituto di cultura popolare Lodovico Ferrarini

 Circa sessant’anni fa cessava l’attività un tempo molto importante dell’Istituto Ludovico Ferrarini per l’istruzione e l’educazione del popolo, attivo a Modena da inizio Novecento con una Biblioteca e una serie di corsi di alfabetizzazione e preparazione professionale.[1] Nel secondo dopoguerra, in un contesto profondamente modificato, i responsabili dell’Istituto devono progressivamente prendere atto dell’esaurirsi dello scopo sociale dell’Istituto, oltre che delle difficoltà finanziarie incontrate dalle rendite. 

Come le sarà noto la biblioteca Ferrarini, la cui costituzione risale ai primi anni del secolo, ha svolto una preziosa ed allora insostituibile funzione di diffusione della cultura, specialmente tra le classi sociali meno abbienti. Ora tale funzione è largamente assolta da altre istituzioni pubbliche e pertanto l'Istituto Ferrarini, al fine di non lasciare inutilizzato il proprio patrimonio librario, ha ritenuto di cedere all'Istituto storico della Resistenza modenese quei volumi che possono interessare gli studiosi che frequentano la vostra biblioteca.[2] 

Con una lettera di questo tenore, datata 6 ottobre 1981, il Presidente dell'Istituto Ferrarini fissa la cessione all'Istituto storico di circa 500 volumi e due collezioni di riviste - “Illustrazione italiana” e  “Rivista illustrata del popolo d'Italia” - dietro corresponsione di una cifra pari a L. 800.00. E' una tappa importante di un lungo percorso di due istituti culturali modenesi: da un lato l'Istituto Lodovico Ferrarini per l'istruzione e l'educazione del popolo, attivo da inizio secolo attraverso attività educative e una “biblioteca popolare”, che ha vissuto due epurazioni, nel ventennio fascista e nel dopoguerra, per poi perdere ruolo con l'affermarsi della rete delle biblioteche di pubblica lettura; dall'altro, l'Istituto storico che proprio negli anni Ottanta, in armonia con gli istituti fratelli a livello nazionale, sta allargando il proprio ambito di interesse dalla Resistenza in senso stretto alla storia del Novecento, e vede ora arricchirsi la biblioteca di un patrimonio del tutto precedente alla propria istituzione nel 1950. 

Pochi anni dopo è un altro ente, il Laboratorio di poesia, a incrociare l’ultimo periodo di vita del Ferrarini: il Consiglio direttivo dell’Istituto il 15 marzo 1985[3] decide di cedere al Laboratorio  “i rimanenti volumi e i documenti, con l’impegno di conservare il tutto, ordinarlo, studiarlo e rendere pubblico sia l’accesso alla Biblioteca che il risultato degli studi sulla vita e l’attività del disciolto Istituto”; in ragione degli oneri di gestione che il Laboratorio dovrà sostenere, gli vengono ceduti i certificati azionari depositati presso la Tesoreria del Comune di Modena. La Biblioteca popolare sopravvive quindi suddivisa in due tronconi con una cesura motivata, con una certa approssimazione, dalle diverse caratteristiche dei due enti, Istituto storico e Laboratorio di poesia.

Ma il fondo di libri e carte non ha concluso i suoi spostamenti: nel 2017 il Laboratorio  decide di cedere all’Istituto i libri e i documenti d’archivio del Ferrarini, nella consapevolezza che solo la ricostituzione dell’insieme possa portare a ricerche e  valorizzazione dell’importante brano di storia culturale della città.[4]

Dopo più di un secolo si offre ora per la prima volta agli studiosi l’opportunità di consultare la lista dei libri, dei periodici e dei documenti d’archivio:[5] il patrimonio quindi dell’Istituto Ferrarini al completo, quanto meno nella quantità che il tempo, gli spostamenti di sede, le epurazioni fasciste e postbelliche hanno risparmiato e tramandato. L’ Istituto storico è ora impegnato a conservare, catalogare, rendere disponibile e valorizzare il fondo; le liste digitali dei libri e dei periodici sono il primo importante passo in questa direzione.

 

Allegati: 

Lista dei libri posseduti dall’Istituto Ferrarini

4542 volumi, editi nella prima metà del Novecento, con preponderanza di letteratura italiana e straniera evidentemente destinata al prestito; di particolare interesse sono i libri d'ambito storico, una notevole quantità di libri di geografia e viaggi, e la raccolta di manuali evidentemente connessi ai corsi scolastici e professionali attivati dall'Istituto Ferrarini.

 

Lista dei periodici posseduti dall’Istituto Ferrarini

La raccolta di periodici comprende un centinaio di testate, di diversa consistenza. Notevoli le riviste in lingua francese e inglese, dovute alla coabitazione nella sede delle associazioni di insegnanti di lingue, oltre alle tante riviste d’ambito bibliografico e scolastico.

 



[1]Metella Montanari, Modena nel primo Novecento: l'Istituto Lodovico Ferrarini, in Biblioteche e lettura a Modena e provincia dall'Unità d'Italia ad oggi, a cura di Giorgio Montecchi e Raffaella Manelli, Bologna, Editrice Compositori, 2012. L’Istituto avvia i corsi nel 1904, nel 1907 apre la Scuola popolare maschile e femminile per adulti, e il 2 maggio 1909 inaugura la Biblioteca con 852 libri e riviste. Commissariato dal regime, ha la massima espansione negli anni Trenta per affrontare un inevitabile declino durante la guerra e nel dopoguerra. La lodevole iniziativa di acquistare manuali tecnici negli anni Cinquanta, e la successiva istituzione di corsi di lingue, non bastano a dare nuova linfa alla Biblioteca e all’Istituto nel suo insieme.
[2]Istituto storico di Modena, Archivio istituzionale, Atti e corrispondenza generale 1981, b. 9.
[3]Archivio dell'Istituto Lodovico Ferrarini, b. 8, Dissoluzione Istituto.
[4]Verbale n. 8, 17 aprile 2017, dell'Assemblea ordinaria dei soci del Laboratorio di poesia.
[5] Le carte coprono tutto il periodo di attività dell’Istituto, da inizio Novecento fino allo scioglimento negli anni Ottanta del secolo. L’inventario completo è consultabile in http://archivi.ibc.regione.emilia-romagna.it , Inventari on line, Modena, Istituto Lodovico Ferrarini